Come si articola il processo di Coaching? Il processo di Coaching si articola su un doppio binario. Per capire meglio occorre concentrarsi sulla sessione di Coaching.

Come si articola il Processo di Coaching

Lo scopo del processo di Coaching è di consentire al Cliente di focalizzare i propri desideri trasformandoli in obiettivi concreti. Questo è possibile nella misura in cui la persona riesce a formulare creativamente una serie di scelte, elaborare piani dʼazione, stabilire risultati concreti da raggiungere.

Lo scopo del Coaching, non dimentichiamolo mai, è di dare lʼopportunità di acquisire nuove capacità per realizzare progetti di crescita professionale, personale e relazionale attraverso lo sviluppo delle potenzialità.

D’altra parte, il processo di Coaching agisce anche su un secondo aspetto.

Abbiamo detto poc’anzi che il Coaching è un metodo di sviluppo fondato sullʼallenamento delle Potenzialità personali.

Questo significa che il processo di Coaching si pone come obiettivo primario di consentire al Cliente di scoprire, valorizzare, sviluppare appieno le proprie risorse, di raggiungere un cambiamento positivo e attribuire nuovi significati al proprio modo di essere e di fare.

Tutto questo comporta il poter guardare all’essere umano secondo una visione globale che prende in considerazione non solo gli aspetti psicologici, emotivi e cognitivi, ma anche la storia, i sistemi di appartenenza, l’ambiente di vita, ecc.

L’approccio è, quindi, “globale” e considera lʼuomo come un organismo bio-psico-sociale-spirituale, le cui totalità e complessità non possono essere comprese attraverso la somma delle singole parti; non ha molto senso lavorare sul miglioramento di performance e sul raggiungimento di obiettivi se non ci si informa sulla persona che si ha di fronte!

È inutile predisporre dettagliatamente dei piani di azione se non si conosce in maniera approfondita il contesto in cui la persona vive, con tutti i vincoli e le opportunità che esso presenta.

Cosa si fa concretamente durante una sessione di Coaching?

Buona parte del tempo, nel corso delle prime sessioni, è dedicata alla comprensione e chiarificazione della realtà (intesa come situazione di partenza carica di svariate tensioni) e all’esplorazione dei desideri celati dietro una cortina di dubbi, malesseri e criticità.

L’aspetto cruciale di una sessione di Coaching consiste nel passare dall’analisi della situazione presente alla prefigurazione di uno scenario desiderato (c’è da ricordarsi sempre che il Coaching non è un metodo capace di sostituirsi alla psicologia o alla psicoterapia). Il Coaching, come accennato in precedenza, è sempre orientato al futuro e alle azioni utili per conquistarlo.

L’iter procedurale incomincia con il racconto del “caso” da trattare durante il processo di Coaching. Possono esserci storie semplici o, viceversa, molto elaborate e complesse.

La definizione di questa “complessa storia”, in termini di contenuto, comporta sia il delineare la situazione di partenza sia, e soprattutto, il prefigurare uno scenario futuro desiderato; affinché il percorso di Coaching abbia inizio, è fondamentale che vi sia un forte desiderio di miglioramento o di cambiamento.

Il desiderio, la speranza e tutte le emozioni che si accompagnano con il futuro desiderato sono quindi elementi imprescindibili, tuttavia non sempre immediatamente chiari ed evidenti. Per tale motivo il Coach deve continuamente lavorare per far sì che il Cliente divenga sempre più consapevole di ciò che intende raggiungere e realizzare.

Per fare in modo che il Cliente possa raggiungere la meta desiderata, bisogna che faccia ricorso a tutte le risorse interne (che abbiamo chiamato potenzialità personali).

Tali risorse sono i pilastri su cui far leva per costruire il ponte che porta verso il futuro desiderato. Per tale motivo, l’esplorazione, la scoperta, la valorizzazione e la messa in pratica delle potenzialità del cliente costituiscono uno dei passaggi principali di tutto il percorso di Coaching.

I desideri devono essere tradotti in obiettivi, i pensieri devono concretizzarsi in azioni pratiche. Il processo di Coaching si rende concreto nel momento in cui viene elaborato un piano d’azione. Elaborare un piano d’azione significa stabilire dettagliatamente i modi, i tempi, le strategie, le azioni che si metteranno in atto per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Non c’è Coaching senza azione!

Non c’è risultato vincente senza un comportamento opportuno e misurato.

La messa in opera del piano di azione, espresso nella realtà pratica, consente non solo di valutare le competenze e le abilità del Cliente, ma costituisce il vero banco di prova della reale efficacia del processo di Coaching.

Se gli obiettivi non vengono raggiunti nei tempi e nei modi stabiliti, allora lʼintero processo di Coaching non è stato efficace. In ogni caso, il Coaching è un metodo concreto che può essere sottoposto a valutazione: se l’obiettivo viene raggiunto, il Coaching ha funzionato, viceversa, sarà stato commesso un errore; è la dura legge del Coaching dove tutto è misurabile, dove tutto è condizionato dal successo finale.

Tale processo di valutazione è possibile solo nella misura in cui gli obiettivi fissati sono specifici, realistici, concreti, misurabili e verificabili. Gli obiettivi sono tali solo se si è svolto preventivamente un accurato lavoro di valutazione della realtà in cui il soggetto vive e opera.

Nell’ambito di un percorso di Coaching, l’esame della realtà consiste in un’attenta valutazione delle potenzialità del cliente, delle risorse presenti nell’ambiente in cui vive, del sistema di alleanze di cui può usufruire; significa tenere conto dei possibili ostacoli sia interni e sia presenti nell’ambiente; vuol dire verificare che gli obiettivi prefissati siano conformi ai desideri, che non entrino in contraddizione con i valori, che siano commisurati alle possibilità del Cliente e che, dunque, egli possegga le competenze, le abilità, le risorse necessarie per raggiungerli. Riassumendo, potremmo dunque rappresentare l’intero processo di Coaching con una struttura circolare, un vero e proprio percorso, in cui a ogni “stazione” corrisponde una specifica parte del percorso.

L’intero processo di Coaching segue, quindi, un iter preciso che funge costantemente da bussola per il Coach. Egli ha, come punto di riferimento, delle specifiche “stazioni” che servono da punti cardinali (una sorta di pietre miliari che egli segue durante tutto il percorso di Coaching).

Tali “stazioni” costituiscono la struttura stessa del metodo e consentono al Coach di avere sempre chiaro qual è il percorso da seguire. Se, infatti, è il cliente colui che stabilisce la meta finale, è dʼaltra parte sempre il Coach a delineare il percorso per mantenere la rotta giusta.

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